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International Seminar on Mountains

 

 

Si è svolto a Kathmandu (Nepal) dal 6 all'8 marzo il primo evento mondiale sulla ricerca scientifica in montagna, in occasione del "2002 Anno Internazionale delle Montagne". Il convegno è stato organizzato dal RONAST (Accademia Reale Nepalese delle Scienze e Tecnologie) in collaborazione con il Comitato Ev-K²-CNR, Il Comitato Italiano per il 2002 AIM, l’ICIMOD, l’IUCN, il King Mahendra Trust for Nature Conservation (KMTNC), la Swiss Agency for Development and Cooperation (SDC) e il WWF.  Il convegno si è concluso con la redazione della “Kathmandu Declaration”, un decalogo che riassume i punti principali discussi dagli esperti durante i tre giorni di lavoro.

 

Kathmandu Declaration

 

1. Sostenere le precedenti Dichiarazioni. "Il Seminario internazionale sui territori montani -Kathmandu, 2002" rimanda alle dichiarazioni che l'hanno preceduta, quali, ad esempio, la Dichiarazione di Kathmandu (1982) sulle Iniziative per la Montagna, la Dichiarazione di Merida sullo Sviluppo Sostenibile nelle Ande (2001) e la Dichiarazione del Simposio Internazionale dell'Università delle Nazioni Unite sulla Tutela degli Ecosistemi Montani (2002). È nostra intenzione aderire ai propositi di tutte queste i dichiarazioni e ribadire la nostra preoccupazione circa la loro effettiva implementazione.

 

2. Montagna e formazione. Le regioni montane del mondo sono afflitte da gravi problemi che necessitano l'attenzione immediata dei governi, delle accademie, della società civile, così come degli imprenditori. Le montagne rappresentano, inoltre, un immenso patrimonio spirituale e materiale a vantaggio di tutta l'umanità. La consapevolezza dei problemi e delle potenzialità di queste zone deve essere presente a tutti i livelli, dai servizi a livello base ai movimenti popolari per i diritti, dalla pianificazione delle strategie politiche ai processi decisionali. Questo sarà possibile solo se si arriverà a introdurre il tema "montagna" nei programmi educativi delle scuole, e a patto che ci sia una adeguata comunicazione delle informazioni ai mass media. A questo scopo, la moderna tecnologia informatica, se utilizzata correttamente, può essere di vitale importanza per le comunità montane. Questo seminario vuole sollecitar lo stabilirsi e il rafforzarsi di un database di informazioni sulla montagna che sia accessibile alle popolazioni autoctone così come agli studiosi, a livello locale e internazionale tra regioni di montagna.

 

3. Costruire una moderna scienza della montagna. L'assioma da cui parte questo convegno è che, per alleviare lo "stress" sempre crescente a cui sono sottoposti gli ecosistemi e l'ambiente sociale montano, sia necessario una maggiore conoscenza della montagna. E' necessario quindi rivolgere un appello particolare alle comunità scientifiche nazionali e internazionali affinché spingano ancora oltre le frontiere della ricerca, sia nell'ambito della scienze sociali che in quello delle scienze naturali al fine di armonizzare le forze esogene (globalizzazione) e endogene (localizzazione) per il miglioramento della qualità di vita delle popolazioni montane. Questo, insomma, lo scopo: conservare l'antico retaggio culturale delle diverse società montane, senza che vengano soppiantate dal progresso; rafforzarne lo spirito, servendosi delle acquisizioni di una moderna scienza della terra.

 

4.  Etica e montagna. Le riflessioni precedenti sullo sviluppo del patrimonio montano sono state basate sulla potenzialità di tale eredità come risorsa vitale per il benessere generale. Pur riconoscendo l'importanza di facilitare l'utilizzo delle risorse montane, questo convegno fa appello ad un approccio che restituisca invece qualcosa alle montagne. E' ormai giunto il momento, sia per i residenti, che per coloro che frequentano tali ambienti occasionalmente, che si comprenda a fondo e si agisca in considerazione della necessità di proteggere e preservare questi fragili ecosistemi, che appagano i nostri bisogni materiali e estetici. Purtroppo molte di queste regioni sono oggi scenari di violenza e scontro. Senza pace non ci può essere alcuna possibilità di sviluppo. Questo seminario costituisce quindi anche un appello per la cessazione dei conflitti nelle zone di montagna.

 

5. Pratiche agricole. L'attività agricolturale in montagna è limitata a zone marginali e utilizza diversi tipi di tecnologia a seconda delle comunità e della loro collocazione geografica. Una delle sfide da affrontare oggi riguarda il miglioramento della produzione agricola. In questo senso, è necessario evitare qualsiasi ripercussione negativa sulla biodiversità, prevenendo l'impoverimento della vegetazione e del suolo e cercando di evitare un ulteriore degrado ambientale. Gli strumenti forniti dalla biotecnologia, come ad esempio la coltura dei tessuti, il trasferimento degli embrioni, tecniche di biologia molecolare e coltivazioni organiche con l'utilizzo efficace di macro e microorganismi può, se usato in modo adeguato, fornire all'agricoltura di montagna nuovi mezzi per incrementare la produttività in modo tale da non nuocere all'ambiente. Dal momento che l'agricoltura di montagna è simbioticamente legata all' agrosilvicoltura e alla pastorizia di alta montagna, la sfida di armonizzare l'agricoltura di alta montagna e la cura dell'ambiente, consiste nel riconoscere e rafforzare le pratiche forestali e pastorali e integrarle con sistemi di sviluppo sostenibile di prodotti forestali, al di là dello sfruttamento del legname.

 

6.  Tutela della biodiversità. La sfida di base per conservare il patrimonio di biodiversità nelle montagne, è rappresentata dalla necessità di invertire le tendenze che portano al disboscamento, alla scomparsa degli ecosistemi paludosi e degli ambienti acquatici in genere, rendendoli più sicuri per le altre forme di vita. Questo seminario, che parte dal presupposto della riconsiderazione delle politiche per la tutela della biodiversità, si fa portavoce della necessità che, attraverso gli sforzi consolidati dei parchi nazionali e delle aree protette, vengano costituiti habitat efficaci e corridoi ecologici tra habitat diversi, per la protezione di specie rare e per la flora e la fauna in generale. Un ulteriore obiettivo di questo seminario è stato anche quello di supportare l'idea e la registrazione di fatto delle varie forme di biodiversità, tramite sistemi codificati e non codificati, in modo da prevenire la perdita di biodiversità e di proteggere i diritti e i sistemi di conoscenza delle comunità montane indigene. Ci rivolgiamo anche all'imprenditoria e ai leader delle industrie perché collaborino e si facciano promotori di una "riconversione verde" del loro prodotto.

 

7. Dinamiche e geologia delle montagne. Nonostante si tratti di regioni ricche di risorse minerarie, non è ancora stata raggiunta una conoscenza sistematica dell'ambiente montano, né la popolazione ha potuto ancora beneficiare economicamente di tale sfruttamento. Al contrario, le popolazioni sono spesso vittime di disastri naturali quali, terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche e inondazioni, in seguito allo straripamento di laghi glaciali. Essendo tali disastri causati da condizioni geologiche insite al tipo di territorio e dovute al clima, è necessario che vengano svolte approfondite ricerche scientifiche sui vari aspetti geologici e climatici. Durante il seminario si è anche fatto appello ad un maggiore scambio di informazioni e ad una maggiore attenzione per il mantenimento dell'equilibrio geologico durante l'implementazione di interventi per lo sviluppo, così come ad una maggiore collaborazione tra geologi che si occupano di regioni di montagna. E' compito dei governi coinvolti facilitare tali interazioni.

 

8.  Gestione delle risorse montane. L'andamento verticale delle regioni di montagna è causa di rapimento estetico così come di sforzo estremo. Poiché le regioni di montagna sono ricche di tutte e 4 le maggiori risorse di energia rinnovabile (idroelettrica, eolica, solare, biomassa), le politiche di sviluppo devono tenere conto della richiesta diversificata di acqua e energia in zone specifiche di montagna. La creazione di infrastrutture adeguate, create per rispondere a esigenze particolari e affiancate all'utilizzo di tecnologie appropriate, possono migliorare considerevolmente gli aspetti più pericolosi della vita di montagna. E' necessario preservare e sviluppare l'ambiente montano, e, nello specifico, le risorse idriche e di biomassa, in modo da riconoscere il loro ruolo fondamentale nel ciclo dell'idrosfera e nella vita della gente di pianura e di montagna. Buona parte di questi obiettivi sono raggiungibili attraverso sistemi di gestione che promuovano politiche decisionali e regolamentazioni locali.

 

9.  Ricerca medica ad alta quota. La vita ad alta quota è sottoposta a stress biofisico. Le popolazioni montane si sono adattate a queste condizioni di vita allo stesso modo della flora e fauna endemiche. E' importante che le scienze mediche amplino i propri orizzonti per conoscere meglio le reazioni fisiologiche dell'uomo in ambienti estremi. Questo non solo a beneficio delle popolazioni autoctone, ma per coloro che vivono in pianura e, forse, anche per coloro che vivono in altri ambienti estremi come le regioni polari, o al fine di rendere più sicure le perlustrazioni spaziali. In tale ricerca, sarebbe importante includere i sistemi medici tradizionali come l'Ayurveda ecc.. Ogni anno migliaia di escursionisti e pellegrini, accompagnati da portatori molti poveri, raggiungono zone di alta quota senza conoscere i disturbi tipici relativi all'altitudine, e le possibili conseguenze letali nei casi in cui i sintomi non vengano riconosciuti. Sono molti, infatti, coloro che perdono la vita a causa di queste malattie o in seguito a complicazioni. I servizi medici, in queste regioni, oltre a cercare di migliorare la qualità delle prestazioni nelle regioni più remote, dovrebbero anche concentrarsi sull'estensione di misure preventive tra i pellegrini, i portatori, e gli escursionisti.

 

10.Retaggio culturale e Ecoturismo. Culture e ambienti naturali diversificati sono per tradizione interconnessi. L'identità culturale delle popolazioni montane influisce fortemente sulla conservazione delle aree protette, oltre ad attrarre turisti "ecologici" verso le zone di montagna. Per questa ragione è importante sollecitare l'ecoturismo sostenibile a beneficio delle comunità locali così che possano continuare a mantenere intatte tradizioni culturali e ambiente naturale per le generazioni future. Per fare questo, è nostra intenzione appellarci a tutti i governi affinché si sforzino di assicurare che una parte significativa dei guadagni generati da iniziative ecoturistiche tornino alle comunità locali.

 

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