Un team di ricerca coordinato da CNR e Università Ca’ Foscari Venezia, con la partecipazione attiva di Carlo Barbante e Jacopo Gabrieli – entrambi collaboratori dell’Associazione EvK2CNR – ha completato con successo una missione straordinaria sul ghiacciaio Corbassière, nel massiccio del Grand Combin, al confine tra Italia e Svizzera. Dopo 15 giorni di lavoro intenso a 4.100 metri di quota, sono state estratte due carote di ghiaccio profonde quasi 100 metri, raggiungendo la base rocciosa del ghiacciaio.
Una delle carote sarà analizzata nei laboratori di Venezia per studiare la storia climatica e ambientale delle Alpi, mentre l’altra sarà conservata nell’archivio Ice Memory in Antartide, un progetto internazionale che mira a preservare la memoria dei ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico per le future generazioni di scienziati.
La spedizione si è svolta in condizioni proibitive: temperature percepite fino a -35°C, venti a 100 km/h e frequenti nevicate. Le difficoltà non sono state solo meteorologiche: il ghiacciaio, sempre più compromesso dalla fusione estiva, presentava strati superficiali saturi d’acqua, che hanno reso il carotaggio particolarmente complesso.
"È stata una delle missioni più difficili degli ultimi anni, ma la preparazione del team e la collaborazione tra istituzioni hanno permesso di raggiungere questo risultato eccezionale", ha dichiarato Carlo Barbante, professore a Ca’ Foscari, ricercatore CNR e vice-presidente di Ice Memory.
Jacopo Gabrieli, ricercatore CNR e coordinatore della missione, ha aggiunto: "Il Grand Combin è un sito sempre più critico a causa del riscaldamento globale. Negli strati più superficiali, il segnale climatico è già compromesso, ma speriamo di trovare informazioni più preservate in profondità."
La missione rientra nell’iniziativa "Follow the Ice – La memoria dei ghiacci", sostenuta da SEA BEYOND, il progetto del Gruppo Prada in partnership con UNESCO, dedicato alla salvaguardia degli oceani e alla sostenibilità ambientale.
"Questa missione dimostra l’importanza di preservare oggi ciò che domani potrebbe scomparire. È un dovere scientifico ed etico verso le prossime generazioni", ha sottolineato Giuliana Panieri, direttrice del CNR-Isp.
I ricercatori Barbante e Gabrieli, protagonisti di questa impresa, sono anche attivi collaboratori di EvK2CNR, Associazione da anni impegnata nella ricerca scientifica in ambienti estremi. La loro partecipazione a progetti come Ice Memory rafforza il legame tra le istituzioni scientifiche italiane e internazionali nella lotta contro i cambiamenti climatici.
"I ghiacciai sono archivi naturali insostituibili. Salvaguardarli oggi significa garantire alle future generazioni gli strumenti per comprendere e affrontare le sfide climatiche", ha concluso Thomas F. Stocker, presidente della Fondazione Ice Memory.
Oltre a CNR e Ca’ Foscari, hanno contributo alla missione Fondazione Montagna Sicura, Protezione Civile, Comuni di Ollomont e Valpelline, Cantone Vallese e partner tecnici come Karpos e AKU. Un ringraziamento speciale va anche alle guide alpine, ai tecnici e agli studenti del Dottorato in Scienze Polari, che hanno trasformato questa sfida in un’opportunità formativa unica.