Sono 13.032 i ghiacciai del Pakistan, ubicati nelle catene montuose del Karakorum, Hindukush e Himalaya, e occupano una superficie di 13.546,93 chilometri quadrati. L’elevazione media è di circa 5000 metri sul livello del mare, e la maggior parte è esposta a nord, dove si trovano a quote inferiori rispetto a quelli esposti a sud (circa 400 metri di differenza).
Sono questi i numeri principali del nuovo inventario dei ghiacciai del Pakistan, coordinato dall’associazione EvK2CNR e frutto della proficua collaborazione esistente tra l'Italia e il Paese asiatico.
L’inventario evidenzia sia l’impatto avuto dalla crisi climatica, sia l’importanza di questa riserva di acqua dolce per la popolazione che vive lungo il corso del fiume Indo, il terzo fiume dell’Asia in termini di portata. La maggior parte dell’acqua del fiume proviene proprio dalla fusione di nevi e ghiacci del Karakorum.
Il ghiacciaio più grande del Paese è quello del Baltoro, quello che si sviluppa ai piedi del K2, con una superficie di 756,35 chilometri quadrati. Il Parco Nazionale del Karakorum (CKNP) raccoglie circa il 30% della superficie totale di ghiacciai del Pakistan.
«L'inventario dei 13.032 ghiacciai del Karakorum pakistano, un numero sorprendente che rappresenta la più grande riserva d'acqua dolce in Asia, è stato effettuato in 18 mesi dall'Associazione EvK2CNR, partner dell’UNDP, a cui la Cooperazione Italiana ha fornito le risorse necessarie. Insieme a loro, le Università di Milano e di Cagliari, in collaborazione con l'Università Internazionale del Karakorum e l'Università di Baltistan. Questo è una chiara dimostrazione dell'eccellenza delle competenze scientifiche e operative dei nostri ricercatori applicate alla cooperazione internazionale», ha affermato Maria Tripodi, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale. «Per questo motivo, la nostra attività nelle montagne dell'Asia continuerà con la convinzione rafforzata che, oltre a essere strategiche per l'esistenza del Pianeta, i valori e i linguaggi delle popolazioni di montagna trascendono barriere e confini, mediati da una profonda passione per la natura, la bellezza delle montagne e la scienza».
«Oltre alla luminosa, struggente e a volte spaventosa bellezza dei ghiacciai, i loro paradossi e il nostro ingenuo tentativo di umanizzarli, quelli in Pakistan costituiscono la riserva di acqua dolce più importante del continente asiatico, che almeno parzialmente sfugge alla catastrofica fusione indotta altrove sul pianeta dal cambiamento climatico», ha affermato Agostino Da Polenza, presidente di EvK2CNR. «L'inventario dei 13.032 ghiacciai del Pakistan è il dono dell'Italia al Pakistan, ma anche ad Ardito Desio, l'uomo che, più di chiunque altro, in tempi remoti immaginò di misurare queste montagne con la sua ‘tavoletta Monticolo’ e disegnarne la cartografia con una precisione che ancora oggi stupisce e che ora è affidata a questo nuovo inventario dei ghiacciai».
DATI A CONFRONTO
Il confronto tra i dati raccolti nel nuovo catasto dei ghiacciai e quelli dei primi anni Duemila evidenzia come i ghiacciai del Pakistan siano cambiati in appena un quarto di secolo. Mentre il bacino del Baltoro si presenta tendenzialmente stabile, nel bacino del Palas (nell’Himalaya pakistano) si assiste a un forte ritiro. I dati parlano di un -16% nel corso degli ultimi 20 anni.
In particolare, è stato osservato come la fusione dei ghiacciai sia stata particolarmente elevata nel corso del 2022 e del 2023. In alcune località, tra settembre 2022 e luglio 2023, si sono fusi più di 9 metri di spessore di ghiaccio (ghiacciai di Passu e Ghulkin). Le misurazioni della fusione dei ghiacci rappresentano un dato fondamentale per stimare la disponibilità di acqua dolce derivante dal disgelo dei ghiacciai.A tal proposito è di particolare interesse la chiara presa di posizione del Coordinator to the Prime Minister on Climate Change, Romina Khurshid Alam, durante un recente incontro con EvK2CNR in cui si è discusso del tema dei cambiamenti climatici e dell’impatto di questi sia sugli ecosistemi che sulle attività umane in Pakistan:
«Sono urgentemente necessarie iniziative che possano contribuire a rallentare il riscaldamento globale per superare gli impatti devastanti del cambiamento climatico sui ghiacciai, sulle montagne, sugli ecosistemi, sui flussi d'acqua, sull'agricoltura, sulla salute pubblica e sull'istruzione», ha spiegato. «Le attività umane sono alla radice di questo fenomeno. In particolare, dall'inizio della rivoluzione industriale, le emissioni di biossido di carbonio e altri gas serra hanno aumentato le temperature, anche più alti ai poli, e di conseguenza i ghiacciai si stanno fondendo rapidamente, staccandosi in mare e ritirandosi sulla terra».
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