E in cima il K2. La seconda montagna più alta della Terra sovrasta un’area glaciale fra le più grandi al mondo, due parchi nazionali e un “corridoio ecologico” che li unisce. Area protetta di 18 mila chilometri quadrati. In mezzo al “corridoio”, l’Indo, fiume impetuoso che d’inverno ha anse placide e tratti gelati, ponti per gli animali. E questa vasta regione del Pakistan, nel Gilgit-Baltistan, diventata così la più grande area protetta dell’Asia, ha un nuovo management plan studiato ed elaborato con la collaborazione italiana.
Il coordinatore del progetto è l’ingegnere e guida alpina Maurizio Gallo. Dice: «L’approvazione del piano è un primo passo verso la realizzazione di quello che è stato prima il sogno di Ardito Desio, poi di Agostino Da Polenza, cioè di costituire un’unica grande area protetta nel Gilgit-Baltistan. Sogno che oggi deve essere di tutti per l’importanza che ha la tutela di ambienti naturali ed ecosistemi fragili, alla luce dei cambiamenti che stanno stravolgendo il pianeta. Cammino avviato grazie alla cooperazione tra le istituzioni italiane e pakistane».
Agostino Da Polenza, presidente del comitato EvK2Cnr, da sempre impegnato nelle montagne più alte del pianeta, tra Himalaya (nella valle dell’Everest in Nepal) e Karakorum, in Pakistan: «EvK2Cnr, con la Cooperazione italiana, in collaborazione con l’Università di Milano e l’Università di Cagliari, sono protagonisti del grande lavoro di conoscenza, istruttorio e di approvazione dello strumento di governo di questa realtà protetta. L’eccellenza italiana è apprezzata e fa scuola al centro dell’Asia, da sempre considerato il Terzo Polo, area essenziale per il futuro dell’umanità e su cui è necessario investire in ricerca, come ha detto la ministra dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini al vertice internazionale One Planet-Polar Summit a Parigi».
Entrambi i parchi sono stati istituiti nel 1993. Nella parte più a Nord, il Central Karakorum national park, con i ghiacciai del Siachen (75 chilometri di lunghezza), del Baltoro (57) e dell’Hispar-Biafo (122) e quattro montagne di oltre ottomila metri: K2, Broad Peak e Gasherbrum I e Gasherbrum II. È al confine con Cina, Afghanistan e India, con parte di tre catene montane, Hindu Kush, Karakorum e Himalaya. E’ grande quanto la metà della Lombardia; ospita il leopardo delle nevi, il markhor (capra dalle corna imponenti), la pecora Marco Polo, il mosco (un cervide), la lince himalayana, la pecora blu, l’orso bruno, il lupo indiano e lo stambecco himalayano.
Nel Deosai national park vive l’orso bruno himalayano che abita il vasto altopiano a circa 4000 metri. L’area è stata tutelata proprio per dare protezione all’orso che nel 1993 era presente soltanto con 19 esemplari. Ora ce ne sono 50. Le altre specie sono lo stambecco asiatico, la volpe rossa e la marmotta dorata. Ancora, il lupo, il leopardo delle nevi e 124 specie di uccelli. Il parco è a sud del Central Karakorum e i due territori tutelati sono divisi dal corridoio.
Il Deosai raggiunge le terre che lambiscono l’enorme piede del Nanga Parbat, altro Ottomila pakistano. L’altipiano, che poggia su un profondo e esteso strato di permafrost, è in una zona dove le precipitazioni nevose sono molto importanti e per questo è meta degli scialpinisti. La prima traversata è stata portata a termine da Maurizio Gallo e Michele Cucchi. Questo parco ha ora una cartografia aggiornata e digitalizzata.
Il segretario del dipartimento del Gilgit-Baltistan Zafar Waqar-Taj, nell’esprimere gratitudine alla collaborazione italiana attraverso il EvK2Cnr, dice: «Uno degli esempi recenti del supporto da parte del governo italiano è lo sviluppo dei piani di gestione e dei piani operativi dei due parchi. Questa prima iniziativa in questa regione aiuterà a proteggere le specie selvatiche in via di estinzione. Il piano del Central Karakorum national park sviluppato con EvK2Cnr funge da modello e ha portato alla gestione sostenibile di uno dei più grandi parchi nazionali del Pakistan».
https://www.lastampa.it/montagna/2023/11/25/news/pakistan_ce_anche_il_supporto_italiano_nei_piani_di_gestione_della_piu_grande_area_protetta_dasia-13888074/