I ghiacciai che resistono (meglio) al riscaldamento globale, i 13.032 bacini del Pakistan censiti dai ricercatori italiani


Il più grande è il ghiacciaio Baltoro, una distesa bianca enorme, 756,35 chilometri quadrati, il doppio del lago di Garda. Attorno ha alcune tra le vette più alte della Terra, il K2, il Broad Peak e il massiccio del Gasherbrum. Il Baltoro è uno dei 13.032 ghiacciai del Pakistan, la più grande riserva d'acqua dolce dell'Asia, per la prima volta censiti dal gruppo di lavoro guidato dall'associazione EvK2CNR, insieme alle università italiane di Milano e Cagliari, all'Università internazionale del Karakorum e a quella di Baltisan.

«L'inventario dei ghiacciai del Pakistan è il dono dell'Italia al Pakistan — osserva Agostino Da Polenza, presidente di EvK2CNR — ma anche ad Ardito Desio, l'uomo che, più di chiunque altro, in tempi remoti immaginò di misurare queste montagne con la sua "tavoletta Monticolo" e disegnarne la cartografia con una precisione che ancora oggi stupisce e che ora è affidata a questo nuovo inventario dei ghiacciai».

Il bacino del Baltoro è uno dei quelli che nel corso degli ultimi anni si è mostrato più stabile e che fa dire a Da Polenza che questi ghiacciai «almeno parzialmente sfuggono alla catastrofica fusione indotta altrove sul pianeta dal cambiamento climatico». Non è purtroppo sempre così. Per esempio, nel bacino del Palas (nell'Himalaya pachistano) è stato misurato un ritiro del 16% rispetto agli ultimi vent'anni. In particolare è stata osservata una fusione particolarmente elevata nel corso del 2022 e del 2023, con una perdita ad esempio nei ghiacciai di Passu e Ghulkin di 9 metri di spessore.

 

«Sono urgentemente necessarie iniziative che possano contribuire a rallentare il riscaldamento globale per superare gli impatti devastanti sui ghiacciai, sulle montagne, sugli ecosistemi, sui flussi d'acqua, sull'agricoltura, sulla salute pubblica e sull'istruzione — ha spiegato Romina Khurshid Alama, delegata dal primo ministro pakistano alle misure contro il cambiamento climatico —. Le attività umane sono alla radice di questo fenomeno. In particolare, dall'inizio della rivoluzione industriale, le emissioni di biossido di carbonio e altri gas serra hanno aumentato le temperature, anche più alti ai poli, e di conseguenza i ghiacciai si stanno fondendo rapidamente, staccandosi in mare e ritirandosi sulla terra».
C'è un legame storico tra queste terre e l'Italia, a partire dalla conquista del K2 con Compagnoni e Lacedelli e poi con l'attività dell'EvK2Cnr da quasi quarant'anni. «L'inventario dei ghiacciai del Karakorum è una chiara dimostrazione dell'eccellenza delle competenze scientifiche e operative dei nostri ricercatori applicate alla cooperazione internazionale - commenta Maria Tripodi, sottosegretario agli Affari esteri -. Per questo motivo  la nostra attività nelle montagne dell'Asia continuerà con la convinzione rafforzata che, oltre a essere strategiche per l'esistenza del Pianeta, i valori e i linguaggi delle popolazioni di montagna trascendono barriere e confini, mediati da una profonda passione per la natura, la bellezza delle montagne e la scienza».

https://www.corriere.it/cronache/24_giugno_06/i-ghiacciai-che-resistono-meglio-al-riscaldamento-globale-i-13-032-bacini-del-pakistan-censiti-dai-ricercatori-italiani-52f23386-bb58-4ebb-a594-3461eb4a7xlk.shtml?refresh_ce