EvK2CNR e Dipartimento Turismo Gilgit-Baltistan insieme per la formazione di guide pakistane


La stagione premonsonica delle spedizioni sulle montagne più alte del pianeta bussa già alle porte ed è probabile che durante la fase di acclimatamento o nei turni di riposo al campo base tra una rotazione e l’altra ai campi alti, uno degli argomenti di conversazione sarà il ruolo sempre più importante delle guide locali (attenzione guide, non più solo portatori!). Attori nuovi e solo in parte non protagonisti rispetto al passato, anzi alla storia. A maggior ragione alla luce dei primi passi di un’iniziativa che coinvolge Italia e Pakistan. EvK2CNR ha infatti vinto un bando di concorso per la formazione di guide di alta montagna di nazionalità pakistana. Voluto e finanziato dal Dipartimento del Turismo del Gilgit-Baltistan e coordinato appunto da EvK2CNR, il progetto si realizza nel corso formativo di alto livello (iniziato nel mese di febbraio) che ha tra i suoi obiettivi sviluppo e promozione del turismo montano sulle montagne e nelle valli del Pakistan ed ha per fine ultimo la formazione di professionisti altamente qualificati, che possano garantire un servizio di alto livello per gruppi e spedizioni interessate a esplorare le montagne pakistane. Un ruolo questo attualmente gestito per la quasi totalità da agenzie nepalesi. Ad iniziare dalla Elite Expeditions di Nirmal Purja, il frontman dell’alpinismo mondiale che - poco più di due anni fa, metà gennaio 2021 - guidò nove alpinisti suoi connazionali alla storica “prima invernale” sul K2, la seconda vetta del pianeta.

Un accordo, quello tra l'associazione scientifica italiana e le autorità pakistane che si inserisce - rinnovandola - nella storia del legame tra il nostro Paese e quello asiatico che risale ai primi anni Cinquanta e segnatamente alla spedizione italiana sul K2 del 1954, evento del quale ricorre quest'anno il settantesimo anniversario.

A frequentare il corso per la formazione di guide d’alta quota altamente specializzate nell’organizzazione e nell’accompagnamento di spedizioni e gruppi sulle montagne del Pakistan sono trentacinque alpinisti di nazionalità pakistana. Il corso nasce dal boom del turismo sulle montagne del Paese asiatico. Negli ultimi anni il flusso turistico nella regione del Gilgit-Baltistan è passato da 30mila presenze annue a dieci milioni. Si tratta di una grande opportunità nel senso della creazione di nuove professionalità e nuove frontiere lavorative, potenzialmente in grado di fornire un contributo sostanziale al contrasto del fenomeno della migrazione. Su scala mondiale, il Pakistan è infatti al settimo posto per numero di emigranti. A titolo di dtatistica, l’Italia accoglie oggi più di 144mila pakistani.

A sottolineare l’interesse non solo governativo dell’iniziativa, sono state ben 65 le domande di partecipazione ricevute. Questo plateau iniziale è poi stato vagliato, operando una scrematura su base curricolare ed esperienziale. Gli ammessi al corso sono stati 35 candidati, con un’età compresa tra i 18 e i 32 anni, tutti provenienti dai villaggi delle valli del Gilgit-Baltistan.

“Oggi abbiamo iniziato un percorso che vuole portare ad un titolo riconosciuto. Si tratta di un corso di altissimo profilo, che vede tra i protagonisti giovani scalatori di talento con un ricco curriculum. Basti dire che alcuni di loro hanno già realizzato la salita di tre o quattro montagne da ottomila metri. Alpinisti a tutti gli effetti, insomma: il nostro compito ora è trasformarli in guide competenti e preparate”, spiega l’ingegnere e guida alpina Maurizio Gallo, coordinatore del progetto.
Il corso prevede una parte di formazione teorica e una pratica, ha una durata di novanta giorni (fino alla fine del 2025) ed è diviso in moduli. Sono molti gli italiani coinvolti nell’iniziativa a fianco del personale pakistano. Oltre al già citato Maurizio Gallo, prendono parte ai moduli formativi le guide alpine Michele Cucchi, Emrik Favre e Marco Zaninetti. Degli aspetti medici si occupano la dottoressa Annalisa Cogo e la dottoressa Lorenza Pratali, già ai vertici della Società Italiana di Medicina di Montagna e tra le massime esperte in questo campo. È stato inoltre siglato, per le prossime settimane formative, un accordo con il Soccorso Alpino.
Molti gli argomenti che verranno affrontati all’interno dei diversi moduli. Si va dalla medicina di montagna in relazione all’alta quota alla lettura del meteo, alla topografia e all’orientamento. C’è poi una parte pratica intensiva con test fisici: giornate di arrampicata su roccia e ghiaccio, tecniche di soccorso generiche, in alta quota e in elicottero. Non mancano moduli dedicati alle normative vigenti e al perfezionamento della lingua inglese.

All’inaugurazione del corso, avvenuta lo scorso 26 febbraio a Gilgit, hanno partecipato le autorità pakistane e -collegati da remoto - gli organi direttivi dell’UIAGM (Union Internationale des Associations de Guides de Montagne). Con l’UIAGM è infatti stato aperto un dialogo per comprendere quale sia la miglior strada da intraprendere per poter dare un riconoscimento internazionale ai partecipanti.

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